e-Safety Policy – procedure operative
DEFINIZIONI
Con il termine BULLISMO si intendono l’aggressione e la molestia reiterate, da parte di una singola persona o di un gruppo di persone, a danno di una o più vittime, idonee a provocare in esse sentimenti di ansia, di timore, di isolamento o di emarginazione, attraverso atti o comportamenti vessatori, pressioni o violenze fisiche o psicologiche, istigazione al suicidio o all’autolesionismo, minacce o ricatti, furti o danneggiamenti, offese o derisioni per ragioni di lingua, etnia, religione, orientamento sessuale, aspetto fisico, disabilità o altre considerazioni personali o sociali della vittima.
Con il termine CYBERBULLISMO (rif. Art. 1 Comma 2 LEGGE 71 del 17 maggio 2017) si intende “…..qualunque forma di pressione, aggressione, molestia, ricatto, ingiuria, denigrazione, diffamazione, furto di identità, alterazione, acquisizione illecita, manipolazione, trattamento illecito di dati personali in danno di MINORENNI , realizzata per via telematica, nonché la diffusione di contenuti on line aventi ad oggetto anche uno o più componenti della famiglia del minore il cui scopo intenzionale e predominante sia quello di isolare un minore o un gruppo di minori ponendo in atto un serio abuso, un attacco dannoso, o la loro messa in ridicolo…”
RIFERIMENTI LEGISLATIVI
BULLISMO
Percosse (art. 581 cod. pen.) o lesioni se lasciano conseguenze più o meno gravi (art. 582 e ss. cod. pen.);
danni alle cose, danneggiamento (art. 635 cod. pen.);
offese, ingiuria, diffamazione (art. 594 – 595 cod. pen.);
minacce (art. 612 cod. pen.);
presa in giro, molestia o disturbo alle persone (art. 660 cod. pen.)
CYBERBULLISMO la Legge 71 del 17 maggio 2017 stabilisce quanto segue:
Nel caso di minori di 14 anni le ipotesi di reato non sono imputabili e quindi non può essere chiamato a rispondere.
Tra i 14 e i 18 anni il minore è imputabile (art. 98 cod. pen.) ed è demandato al Tribunale per i minorenni.
La legge estende al cyberbullismo la procedura di AMMONIMENTO prevista in materia di:
-stalking e minaccia (art. 612-bis cod. pen.)
-ingiuria e diffamazione (artt.594-595 cod. pen.)
-trattamento illecito di dati personali (art. 167 codice della privacy)
DEFINIZIONE DELLE AZIONI DA INTRAPRENDERE A SECONDA DELLA SPECIFICA DEL CASO. (Generazioni Connesse)
Gestione dei casi di “immaturità”
- Può sembrare naturale all’alunno fornire i propri dati sui siti allestiti in modo tale da attrarre l’attenzione degli amici, con giochi e animazioni, personaggi simpatici e divertenti, che richiedono una procedura di registrazione.
- Curiosità, manifestazioni di reciproco interesse tra pari, idee e fantasie sulla sessualità sono espressione da una parte del progressivo sviluppo socio-affettivo dell’alunno e dall’altra dei molteplici messaggi espliciti che gli giungono quotidianamente attraverso i media (televisione, DVD, internet, giornali e riviste), i discorsi degli altri bambini o degli adulti.
- I comportamenti cosiddetti “quasi aggressivi”, che spesso si verificano tra coetanei, le interazioni animate o i contrasti verbali, o la presa in giro “per gioco”, effettuata anche in rete, mettono alla prova la relazione con i compagni, la supremazia o la parità tra i soggetti implicati e l’alternanza e sperimentazione dei diversi ruoli. Il gruppo dei pari rappresenta anche il momento di conquista dell’autonomia dall’adulto e pertanto luogo di “complicità” e di piccole “trasgressioni”, di scambi “confidenziali” condivisi fra gli amici nella rete o con il cellulare.
Detti comportamenti, che finiscono per arrivare all’attenzione degli adulti, sono controllati e contenuti dai docenti attraverso i normali interventi educativi, di richiamo al rispetto delle regole di convivenza civile e democratica, di rispetto degli altri, per evitare che possano degenerare, diventare pericolosi per sé o offensivi e minacciosi per gli altri.
Gestione dei casi di “prepotenza” o “prevaricazione”
I comportamenti definibili “Bullismo” possono esprimersi nelle forme più varie e non sono tratteggiabili a priori; se non contestualizzandoli. Le caratteristiche che aiutano a individuarli e a distinguerli dallo scherzo, dalle intemperanze caratteriali, dai diverbi usuali fra i ragazzi sono la costanza nel tempo e la ripetitività, l’asimmetria (disuguaglianza di forza e di potere), il disagio della/e vittima/e.
Il bullismo si esplica infatti con comportamenti e atteggiamenti costanti e ripetitivi di arroganza, prepotenza, prevaricazione, disprezzo, dileggio, emarginazione, esclusione ai danni di una o più persone, agiti da un solo soggetto, ma in genere da un gruppo. Nel caso particolare del Cyberbullismo le molestie sono attuate attraverso strumenti tecnologici:
- invio di sms,messaggi in chat, e-mail offensive o di minaccia;
- diffusione di messaggi offensivi ai danni della vittima, attraverso la divulgazione di sms o e-mail nelle mailing-list o nelle chat-line;
- pubblicazione nel cyberspazio di foto o filmati che ritraggono prepotenze o in cui la vittima viene denigrata
Il bullismo in particolare può originarsi anche dall’esasperazione di conflitti presenti nel contesto scolastico. Il conflitto, presente in ogni normale intenzione, è da considerarsi come un campanello d’allarme e può degenerare in forme patologiche quando non lo si riconosce e gestisce in un’ottica evolutiva dei rapporti, di negoziazione e risoluzione. Se non gestito positivamente, infatti, il conflitto rischia di mutarsi e provocare effetti distruttivi sulle relazioni (prevaricazione e sofferenza) e sull’ambiente (alterazione del clima del gruppo-classe).
In considerazione dell’età degli alunni considerati possono prefigurarsi alcune forme di interazioni che possono evolvere verso tale fenomeno. Per prevenire e affrontare il bullismo dunque i docenti non solo identificano vittime e prepotenti in divenire, ma tutti insieme affrontano e intervengono sul gruppo-classe, coinvolgendo i genitori degli allievi.
L’elemento fondamentale per una buona riuscita dell’intervento educativo è infatti la corretta, compiuta e convinta ristrutturazione dell’ambiente sociale in cui tale fenomeno si verifica, e in particolare delle relazioni nel contesto della classe. Gli atteggiamenti degli alunni, così come quelli dei loro genitori, possono giocare un molto significativo nel ridurre la dimensione del fenomeno.
Gli interventi mirati sul gruppo classe sono gestiti in collaborazione dal team dei docenti della classe e d’intesa con le famiglie – ad esempio con percorsi di mediazione volta alla gestione positiva del conflitto, con gruppi di discussione (circle time), con rappresentazioni e attività di role-play sull’argomento del bullismo, con le strategie del problem solving. Vengono intrapresi anche i percorsi individualizzati di sostegno alle vittime, volti a incrementarne l’autostima e l’assertività e a potenziare le risorse di interazione sociale, mentre i prevaricatori sono destinatari di interventi mirati a smuoverne le competenze empatiche e a favorire una loro condivisione delle norme morali.
Anche in relazione alle manifestazioni socio-affettive fra pari, al linguaggio sessualizzato o
“volgare”, al fine di evitare prevaricazioni e imbarazzo o disagio, i docenti intervengono per favorire nei ragazzi un buon rapporto con il proprio corpo e per far percepire meglio eventuali violazioni dei limiti di prossimità o di “confidenza” ed imparare ad opporvisi, per far acquisire fiducia nelle proprie sensazioni e nel proprio intuito e determinazione nel rifiutare i contatti anche “a distanza” sgradevoli o “strani”, per rendere consapevoli gli alunni del diritto al rispetto dei propri limiti e di quelli altrui, per far capire ai ragazzi che l’interazione on-line deve sottostare a delle regole di buon comportamento, né più né meno della comunicazione a viso aperto, quale quella della vita reale.
Inoltre la scuola, qualora rilevi una situazione psico-socio-educativa particolarmente problematica, convoca i genitori o gli esercenti la potestà per valutare con loro a quali risorse territoriali possono rivolgersi.
Gestione degli “abusi sessuali”
In particolare nel caso in cui ci si dovesse imbattere in materiale pedopornografico (cioè contenuti foto e video in cui persone di minore età sono coinvolte o assistono ad attività sessuali), è necessario, innanzitutto, evitare di eseguire download, produrne copie, condividerne link o postarne il contenuto. Ciò è reato per chiunque. Nel venire a conoscenza di materiali di questo tipo è importante contribuire alla loro eliminazione: basta inserire le informazioni richieste sugli appositi moduli online, disponibili ai siti www.stop-it.it e http://www.azzurro.it/it/clicca-e-segnala” ovvero collegandosi al sito della polizia postale https://www.commissariatodips.it, ove è possibile sia segnalare che denunciare. In alternativa è possibile recarsi nella sede più vicina della polizia giudiziaria. Ciò consente di operare con la massima tempestività.
Non operare in modo isolato, ma confrontarsi con i colleghi di classe e il Dirigente Scolastico.
Ultimo aggiornamento
23 Gennaio 2023, 07:49